Per tutto il resto c’è fb

Questo è un blog serissimo. Ma non serissimo scherzosamente, come spinoza punto it. Serissimo seriamente. Questo è un blog serio sul serio. Perché il suo autore è un tipo serio, e pure un poco noioso. Di conseguenza anche il blog è noioso, ripetitivo. Ci metto cose più o meno dello stesso genere, che si assomigliano un po’ tutte, nello stile e nei contenuti. Cose che hanno a che fare con il giornalismo, la letteratura e altre specie in via di estinzione. Insomma: poche idee, ma fisse – come disse quello là.

In realtà a me, come a tutti, piacciono un sacco di cose, e parecchio diverse tra loro. Ma non volevo buttare tutto nello stesso calderone, aggrovigliare ancora di più lo gnòmmero. Perciò qui non trovate:

– il commentino acido al fatto del giorno

– l’ultimo spassoso video della band emergente nordestina

– l’opinione mia sulla politica economica del governo

– la ricetta dello sformato di farro e cipolle al curry

– gli aneddoti sulle cose strane che dice mia figlia piccola quando si sveglia di notte

– le peripezie lavorative di un (sempre meno) giovane precario.

Per queste e simili cose, i vari social network vanno benissimo, anzi sono molto meglio. Invece qui trovate:

– gli articoli che escono sulle varie testate con cui collaboro – previa autorizzazione delle stesse – e non (solo) per spararmi le pose, ma soprattutto per condividere info che magari ho stentato a trovare in rete; ogni tanto anche qualche pezzo scritto ad hoc, su libri e dischi usciti non di recente. Questa è la categoria Articoli

– trame, schede, recensioni, estratti, citazioni o semplicemente titoli: di libri che non esistono, se non nella mia testa. Alcuni di questi potrei davvero provare a scriverli (è una minaccia); altri resteranno solo un’idea bislacca. E’ un chiaro omaggio, o plagio, a J.L. Borges (che mi perdoni) e perciò va sotto il titolo di Finzioni

– appuntamenti, notizie, recensioni e altre cose biecamente autopromozionali riguardanti il libro mio, Non siamo mai abbastanza

– racconti, autonomi e slegati da qualsiasi altro progetto, semplicemente Racconti

– brevi versi, malriuscite imitazioni di Toti Scialoja (anche a lui imploro pietà), maestro in composizioni di assonanze solo in apparenza senza senso ma zeppe di sostanza. Epperciò siccome nonsense proprio non mi piace, le ho chiamate Scialojate

Questo ci faccio qui, non altro, e già mi pare abbastanza. Per tutto il resto c’è Facebook.


Chi (non) sono

Se scrivete “Dario De Marco” nei motori di ricerca, trovate tantissime pagine. Che rimandano a tantissime persone diverse. E’ il  guaio di quelli con un cognome comune come il mio (e menomale che i miei non hanno seguito le regole tradizionali del sud, altrimenti mi chiamavo Pasquale o Luigi, omonimi a palate). Per cui se siete arrivati qui googlandomi, mi dispiace per voi, perché avete già esaurito la vostra quota di fortuna per oggi, quindi non comprate un gratta e vinci.

Questo per dire, alla fine, che nel presentarmi e spiegare chi sono, devo anche precisare chi non sono. E colgo qui l’occasione per salutare tutti i miei omonimi: ciao ragazzi, vediamoci una volta di queste!

Sono nato a Napoli, ma non sono il Dario De Marco aka Morgan DJ born in Naples.

Sono laureato, ma non sono il Dario De Marco oculista che Google ripropone a ogni pagina, né il Dario De Marco ingegnere che dirige cantieri in mezza Italia: ho un banalissimo (e inutilizzato) diploma in giurisprudenza.

Faccio il giornalista, ma non sono il Dario De Marco che ha creato e dirige un sito dedicato al wrestling: scrivo soprattutto di letteratura e musica.

Suono la chitarra, ma non sono il Dario De Marco che compone e interpreta canti cristiani evangelici su Youtube: sono parecchio stonato, e anche un po’ ateo.

Ho la passione per la musica etnica e afroamericana, ma non sono il Dario De Marco bluesman: mi piace più il jazz, e soprattutto non ho la stoffa del musicante professionista, purtroppo.

Ho sempre voluto fare lo scrittore, ma non sono il Dario De Marco che ha pubblicato il romanzo finto-autobiografico Non siamo mai abbastanza… ehi, un attimo: invece sono proprio quello! Mannaggia, adesso mi tocca dare delle spiegazioni